ASCOLI SATRIANO
Ascoli Satriano è stata abitata fin dalla preistoria da popolazioni diverse per lingua e costumi e villaggi neolitici sono stati scoperti sulla Collina Serpente e sull’Ofanto. Nel VI secolo, la città appariva completamente grecizzata. Tra le testimonianze artistiche di maggiore rilievo si segnala il Trapezophoros, una coppia di grifoni che sbrana una cerva, facente parte di un corredo funerario di una principessa daunia e databile 325-300 a.C.
Molto rilevante è sicuramente il centro storico di Ascoli, arroccato intorno al castello di età normanna, trasformato nel XVIII secolo in Palazzo Ducale. Tra i vicoli del centro storico svetta il profilo del Duomo, dedicato alla Natività della Beata Vergine Maria.

I LUOGHI DI INTERESSE
Il Museo civico archeologico “Pasquale Rosario” è collocato nel Palazzo D’Autilia e contiene i reperti archeologici che dall’età del ferro giungono fino all’epoca medievale. Di importanza rilevane è la sezione Numismatica, che permette di conoscere la storia della moneta antica.
ASCOLI SATRIANO NEL PARCO
L’agro del Comune occupa il 28,84% del territorio del Parco (pari a circa 44,05 .
L’abitato è posto in sinistra idrografica del Fiume Ofanto e dista dalla “porta del parco”, nei pressi del ponte canale storico dell’acquedotto pugliese, circa 30Km, percorrendo la SP89.
“La prima fermata è Ascoli Satriano. Ci passiamo dentro notando con rassegnata contestazione l’adiacenza delle case antiche con le palazzine sgraziate venute su dagli anni Sessanta. […]. In cima al paese c’è la collina del serpente. Qui, alla fine dell’Ottocento, un veterinario del posto, Pasquale Rosario, appassionato di archeologia, trovò le prime tombe con meravigliosi corredi funerari”.
Franco Arminio, “Terracarne. Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del sud Italia”. Mondadori, settembre 2011.
FONTI
- Ruggiero Maria Dellisanti, “Parco Naturale Regionale, Fiume Ofanto, un viaggio tra storia e arte”, Stilo Editore, Modugno, 2016.
- BIC PUGLIA SPRINDF, “Ofanto. Progetto integrato per la salvaguardia e la valorizzazione ambientale della foce del fiume Ofanto”, Aprile 2004.
