

RUDERE DELL’ACQUEDOTTO DI ERODE ATTICO, Minervino Murge
Coordinate del sito: 41°06'53.7"N 16°00'22.1"E
Si devono all’abate P. Troylo (1758) le prime notizie sul tratto si acquedotto che da Montemilone raggiungeva Canosa attraverso un percorso documentato di circa 30-35 km. Nel secolo scorso e in questo, studiosi ed eruditi integrano le informazioni precedenti con la descrizione delle opere murarie superstiti, prevalentemente in laterizio. Un altro dato che gli studiosi concordemente ribadiscono è quello del committente dell’acquedotto che identificano con Erode Attico. Naturalmente non su sono elementi certi sull’attribuzione ad Erode dell’acquedotto, anche se l’uso di bipedales documentato nella muratura riconduce ad una cronologia nell’ambito del II secolo. Probabilmente l’intervento del ricco senatore ateniese si riferisce all’ampliamento o alla ristrutturazione del ramo Montemilone-Canosa. A testimonianza di ciò, si ricorda che a norest della città, in località San Giorgio, sono visibili emergenze riferibili a una conduttura che, in base a dati strutturali, sembrerebbe più antica di quella che si diparte da Montemilone e che quindi la città al tempo di Erode Attico doveva essere già provvista di un impianto idrico alquanto articolato.
Il tracciato dell’acquedotto di Erode Attico costituisce il segno di connessione a Minervino Murge insieme alla collezione archeologica “Quando l’Ofanto era dei colori dell’Ambra” ospitata presso il palazzo municipale di Minervino Murge, che si trova lungo il costolone calcarenitico premurgiano (destra idrografica del torrente Locone). Lungo questo tratto, l’acquedotto si articola nel seguente schema: fondazione in opera cementizia, base costituita da grossi blocchi di tufo e arenaria, e archi in laterizio.
(“Gli acquedotti” di Cassano R., Chelotti M., in “Principi imperatori vescovi. Duemila anni di storia di Canosa”, Cassano R., Marsilio, Venezia, gennaio 1992)

foto: Donato Di Gaetano

foto: Donato Di Gaetano