

LE FONTANE DEL VALLONE DI SPINAZZOLA
Menzioni particolari e una premessa storica meritano le fonti che si sviluppano lungo uno dei valloni del territorio e sono le fontane Casalvecchio, Raica costruita dal generale Saraceno omonimo, Di Rolla e S. Francesco. Queste fontane e sorgenti furono di fondamentale importanza tanto da giustificare l’insediamento di Spinazzola sin dal 291 a.C. raggiungibile attraverso la Via Appia; l’utilizzo e quindi la loro importanza proseguì durante le ”invasioni barbariche”, iniziate il 476 d.C. e che durarono fino all’anno 1000 circa. Subìto il Sacco di Roma del 410, la Lucania fu devastata da ALARICO, re dei Visigoti. Le campagne delle nostre contrade si erano spopolate e gli abitanti terrorizzati si erano rinchiusi nei «casali». Dopo ALARICO, anche ATAULIO e GENSERICO misero a ferro e fuoco le campagne lucane di cui faceva parte anche Spinazzola col nome di AD PINUM; nel 476, venne deposto l’ultimo imperatore AUGUSTOLO ed il barbaro ODOACRE fu proclamato Re. Questi nel giro di pochi decenni, cancellarono ogni traccia della presenza Romana. La toponomastica fu radicalmente modificata, i nomi latini JAPIGIA, DAUNIA, MESSAPIA, LUCANIA, gradualmente furono cancellati dagli atti ufficiali. Il Re AUTARI istituì il DUCATO di BENEVENTO e collocò sul trono ZOTO. Successivamente, tra l’845 e l’850, i L0NG0BARDI si divisero gran parte dell’Italia meridionale in due PRINCIPATI, quello di Benevento e quello di Salerno che comprendeva l’attuale Basilicata. L’anno 568, segnò il vero discrimine tra la storia romano-imperiale e l’inizio del Medio-Evo in Italia. L’avvento dei LONGOBARDI rappresento una vera e propria cesura storica nella continuità del diritto romano. Nelle colonie Romano-Venosine come “Ad PINUM”, (Spinazzola), si consolidò nel tempo un diritto di tipo consuetudinario basato sull’originario diritto romano, anche a causa della condizione particolare in cui si trovavano i suddetti centri, i quali, martoriati e immiseriti dalle continue guerre e lotte sociali, si rinchiusero nelle pagliaie e nelle grotte delle vicine vallate, oppure si dispersero nei molti casolari e masserie, sfuggendo per quanto possibile all’influenza dei conquistatori. Infatti, mentre quasi tutte le altre terre e città del DUCATO di BENEVENTO subirono la legislazione e gli usi di questi barbari invasori, AD PINUM, grazie alla sua speciale posizione geografica e alla sua marginalità territoriale, grazie anche alla sua capacità di autosostentamento per la presenza delle acque sorgive (Fontane), e per l’utilizzo delle masserizie ricavate dalla coltivazione delle proprie terre, riuscì a salvaguardare gran parte del proprio portato culturale, usi e consuetudini.
FONTANA CASALVECCHIO

FONTANA RAICA

FONTANA RAICA

FONTANA DI ROLLA

Testo e immagini Arch. Angelo Rotondella