

IL PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VIA TRAIANA, Canosa di Puglia
Mausoleo Bagnoli
Coordinate: 41°13'40.8"N 16°02'17.0"E
Arco di Varrone
Coordinate: 41°13'39.0"N 16°02'46.8"E
Contrada Pozzillo
Coordinate: 41°13'53.4"N 16°02'28.9"E
Battistero Paleocristiano di San Giovanni
Coordinate: 41°13'34.7"N 16°03'59.0"E
Basilica Paleocristiana e le catacombe di Santa Sofia
Coordinate: 41°13'36.8"N 16°04'56.8"E
Lungo la via Traiana, che collegava Benevento a Brindisi, e che nel tratto specifico in esame collega la città al fiume Ofanto, si istaurano una serie di attività urbane di età romana e paleocristiana: partendo dal Ponte Romano in direzione Canosa, nel tratto in cui la via Traiana coincide con il regio Tratturo, si incontra il Mausoleo Bagnoli, proseguendo come ingresso alla città si trova l’Arco di Varrone, a qualche centinaia di metri a nord dalla via Traiana insiste il sito di Contrada Pozzillo,
all’interno della maglia urbana il Piano di San Giovanni introduce alla parte terminale della via Traiana a Canosa e alla Basilica Paleocristiana e le catacombe di Santa Sofia di Santa Sofia che si trovano fuori dal centro cittadino.
Il Mausoleo bagnoli, oggi in sembianze di rudere è una tomba definita a podio o a tempio del III sec. d.C., a due piani, in conglomerato cementizio, rivestito da una cortina laterizia. Nel 1955 fu riportato alla luce e furono trovate molte tombe a cassettoni.
L’Arco di Varrone è un arco onorario a un fornice detto di Varrone, posto nel punto in cui la via Traiana entrava in città. Il monumento ha subito in passato numerosi interventi di restauro che ne hanno modificato l'altezza. La costruzione risale alla metà del II sec. d.C. e ha funzione sia di monumentalizzazione sia di separazione tra lo spazio dei morti (area prossima dei monumenti funerari) e quello dei vivi (il centro urbano). L'arco è a un fornice, originariamente costituito da basamento, trabeazione e attico per un'altezza complessiva di circa 13 m.
Contrada Pozzillo a circa 2 km a NO di Canosa, a circa 20 km dalla foce del fiume Ofanto e poco più di 100 m da un'antica ansa del fiume. Nel corso di lavori di scavo per l'impianto di un vigneto veniva alla luce nel 1969 un sepolcreto ad incinerazione. La datazione è compresa fra il 1400 a.C. e il 1200 a.C.
La necropoli, databile all'Età del Bronzo, era costituita da cinerari stipati gli uni accanto agli altri, sistemati dentro semplici pozzetti raramente rivestiti di pietre o coperti di lastre. Sono state individuate 35 tombe con predominanza dell'ipogeo monocellulare o a duplice cella. L'occupazione sepolcrale sembra riflettere aggregazioni nucleari per clan familiari. I frammenti superstiti sono riferibili a corredi frantumati e documentano tipologie ceramiche note in ambito ellenistico, mentre ad un abitato della prima età del Ferro è riferibile numerosa ceramica d'impasto. L'intervento della Soprintendenza Archeologica permise il recupero di circa 200 cinerari d'impasto nero brunastro a superficie quasi sempre levigata e di forma ovoide. Alcuni di essi presentavano decorazioni a fasce incise e punteggiate disposte a formare catene di losanghe o meandro semplice isolato.
Il Battistero Paleocristiano di San Giovanni, prende il nome dall’edificio monumentale noto come il Battistero di San Giovanni, del VI sec. d.C., uno dei monumenti attribuiti a S. Sabino (516 – 566), parte integrante di un complesso di edifici cristiani comprendete la Basilica del Salvatore (VII – VIII sec. d.C.) e la Basilica di S. Maria (IV – VI sec d.C.).
La Basilica paleocristiana e le catacombe di Santa Sofia, sono datate tra il V e il VI sec. d.C. Al centro della zona sorge la Basilica con l'ingresso lungo la riva del torrente Lamapopoli, in cui sono state rinvenute quindici sepolture, un sarcofago e tombe a cassa. Essa è stata interpretata come un edificio funerario a carattere familiare.


(https://www.canusium.it/)

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