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CANNE DELA BATTAGLIA E ANTIQUARIUM

Febbraio 22, 2022

CANNE DELA BATTAGLIA E ANTIQUARIUM

Coordinate del sito: 41°17'46.8"N 16°09'06.9"E

Il sito di Canne della Battaglia, la cui memoria è legata al celebre scontro fra Romani e Cartaginesi del 216 a.C., sorge su una collina lungo la valle del Basso Ofanto, cui l’insediamento dovette la sua prosperità, legata al controllo dei commerci ed alla navigazione fluviale, oltre che alla fertilità del suolo. L’Antiquarium, posto ai piedi della cittadella fortificata, e il Parco Archeologico, con i resti dell’antico insediamento daunio e le strutture di epoca romana, paleocristiana e medievale, offrono oggi ai visitatori un percorso articolato e affascinante.
Il sito si colloca in un’area di grande valenza paesaggistica e naturalistica ed è inserito nel Parco Naturale Regionale dell’Ofanto, di cui costituisce una delle “porte di accesso”.
Quanto alla distribuzione delle testimonianze archeologiche, in un’area frequentata fin dal neolitico (V millennio a.C.) si insediarono, nell’età del bronzo medio, nuclei di capanne in corrispondenza dei terrazzi che consentivano il controllo del fiume Ofanto. A partire dal VI sec. a. C. sui rilievi collinari si evolse l’abitato daunio, con importanti edifici realizzati da gruppi aristocratici, oltre al relativo sepolcreto. Vi fu continuità abitativa fino al III secolo a. C., mentre non si è ancora rinvenuta documentazione archeologica riferibile alla battaglia del 216 a. C., cui la memoria di Canne è legata. La collina principale, la cittadella, fu occupata con continuità nel periodo tardoantico, e medievale. Dopo la distruzione di Canosa nell’872, vi fu istituita la sede vescovile, occupata nel 1100 da S. Ruggero. Nel 1083 fu conquistata e in parte distrutta dal normanno Roberto il Guiscardo. La sede vescovile venne mantenuta fino al 1300 circa; nel 1303 Carlo II d’Angiò annetteva il territorio di Canne a quello di Barletta.
Per la valorizzazione e comunicazione delle memorie storiche e archeologiche nel 1958 fu realizzato l’antiquarium per accogliere i reperti provenienti dagli scavi condotti nell’area.

(Direzione regionale Musei Puglia)

(Direzione regionale Musei Puglia)

(Direzione regionale Musei Puglia)

(Direzione regionale Musei Puglia)

L’Antiquarium

La fondamentale interazione con il pubblico, esito del progetto di riallestimento dell’Antiquarium di Canne della Battaglia nel 2017, costituisce il logico passaggio ai luoghi espositivi, come strategia di esposizione funzionale alla rappresentazione dell’unicità del sito. La sfida, insita nel nuovo modello di allestimento è tradurre l’immagine di Canne della Battaglia in scena espositiva complessa, con la conquista di una nuova spazialità.
Gli spazi espositivi dell’Antiquarium sono rimasti essenzialmente gli stessi, in un edificio che, per struttura e dimensioni, non vuole snaturare l’importanza dei luoghi, raccordandosi alla tipologia dell’immobile nato negli anni sessanta dello scorso secolo, come luogo deputato a mediare verso spazi storici. Sin dalla sua creazione, infatti, l’Antiquarium privilegia il rapporto intrinseco con i luoghi degli eventi della seconda guerra punica e la grande battaglia che segnò l’immane sconfitta dell’esercito romano ad opera dei contingenti cartaginesi. Questo stretto nesso è immediatamente percepibile nello sviluppo spaziale del Parco Archeologico, vero museo vivente in un contesto rurale non modificato nel tempo. Qui, la rappresentazione dell’Antichità, seppur mediata dal volto urbanistico della città medievale, si è sviluppata secondo i tempi della ricerca archeologica del secolo scorso, dalla collina-acropoli del vicus cannense ai cosiddetti sepolcreti annibalici. La ricerca di un percorso identitario ha scelto un passato, che è quello della ricostruzione fondante della battaglia del 216 a.C., con un’idea narrativa che apre la prospettiva sul paesaggio culturale di Canne della Battaglia. Il disegno interpretativo del percorso, sostanzialmente cronologico e tematico, coinvolge gli spettatori, in una proiezione continua, dagli spazi perimetrati dell’area museale al grande scenario della battaglia tra Romani e Cartaginesi.
Gli strumenti di comunicazione sono oggi molteplici, dall’apparato bilingue dei pannelli, alla preferenza accordata a singole opere che possono illustrare la lunga vicenda insediativa di Canne della Battaglia, agli spazi riservati, per l’intrattenimento e la didattica, al pubblico infantile.
Le dinamiche interne del nuovo allestimento sono immediatamente percepibili nell’ambito comunicativo degli spazi dell’Antiquarium per il messaggio spettacolarizzato delle proiezioni 3D e gli approfondimenti legati alla tecnologia touchscreen.
La mappatura dei luoghi e degli eventi, che dilata gli spazi della memoria territoriale ed invita a costruire storie e narrazioni, ha diverse tappe cruciali: le prime esperienze della civiltà neolitica; la formazione delle comunità protostoriche; la costruzione dei gruppi sociali di cultura daunia; il discorso storico delle trasformazioni legate alla presenza di Roma nel territorio della Puglia settentrionale; le vicende della civitas medievale fino all’abbandono di Cannae.

Il Parco archeologico

Il Parco Archeologico di Canne della Battaglia, ricadente nel territorio comunale di Barletta, è costituito da due nuclei insediativi, distinti per modalità di ricerca e acquisizione: la cosiddetta” Cittadella” di cui si conserva soprattutto l’impianto medievale, acquisita dal Comune di Barletta e la zona dei sepolcreti medievali con resti dell’abitato di epoca daunia, di proprietà dello Stato. Sono di proprietà comunale anche due aree non ricadenti nella perimetrazione del parco, Canne Antenisi e il complesso termale di San Mercurio, quest’ultimo prossimo alla Stazione ferroviaria in una posizione strategica per l’ampliamento dei percorsi di visita.
Le colline cannensi restituiscono numerose testimonianze dell’occupazione medievale dall’età bizantina a quella sveva. La collina principale, dove era localizzata l’arx ricordata dalle fonti latine, viene sistematicamente occupata dall’età tardoantica fino alla fase di abbandono, in epoca angioina. I due poli principali, il castello e la basilica, insieme all’abitato manifestano la ricchezza del fenomeno insediativo medievale.
Il dinamismo economico e culturale della città sono palesi in epoca normanno-sveva, fino a quando l’imperatore Federico II di Svevia dispone una progressiva riduzione del territorio di Canne a favore di Barletta, destinata a diventare il nuovo centro diocesano ed amministrativo.
La cittadella medievale, definita nel suo circuito murario da una fortificazione conservata nel suo alzato soprattutto nel tratto dell’incastellamento del castrum bizantino-normanno, ha sistematicamente obliterato i livelli di frequentazione romana. Le stratificazioni relative alle fasi di occupazione basso medievale sigillano, pertanto, il tessuto dell’organismo urbano di età romana, in parte sviluppatosi dal vicus ricordato dalle fonti.

(Direzione regionale Musei Puglia)

Del tutto convenzionale, pertanto, e legata alla tradizione che individua, ad esempio, nell’asse di attraversamento longitudinale della città il decumano, è la lettura della cittadella come civitas di tradizione urbanistica romana. Vanno comunque considerati elementi strutturanti della città medievale i due importanti poli costituiti dalla basilica e dal castello. La basilica ha subito pesanti manomissioni nella fasi di scavo e di restauro ed è nota soprattutto per le evidenze conservate all’interno della cripta divisa in tre navatelle. L’edificio cristiano, diviso in tre navate, ha avuto numerose fasi di ristrutturazione dall’età longobarba a quella sveva. Quanto al castello, le indagini degli anni 2000-2001 hanno evidenziato la crescita dell’organismo castellare come ampliamento graduale di un originario impianto di età normanna. Sono ora in luce il lato occidentale e parte di quello settentrionale dell’impianto fortificato, oltre ad un torrione d’angolo rettangolare. Sul lato occidentale, fra gli ambienti scavati, uno è probabilmente identificabile come sala consiliare, il centro di amministrazione del potere laico. Sul lato settentrionale, invece, che costituiva la fronte del monumento e ospitava l’ingresso, gli ambienti scavati erano forse destinati alla guardiania. Al centro era il cortile. Alcune aree erano destinate all’alloggiamento degli animali domestici, come testimonia in rinvenimento di una profonda vasca rettangolare identificabile come abbeveratoio.
Alla fine del VI sec. A.C. sulla collina di Canne Fontanella e probabilmente nella vicina contrada di Pezza La Forbice si effettuano importanti realizzazioni edilizie, probabilmente volute da gruppi aristocratici che adottano costumi di tipo greco.
Nel IV sec. a.C. si assiste ad un progressivo ampliamento delle case, evidente conseguenza dell’incremento demografico e dell’ottimo livello di vita delle genti residenti, come testimonia la ceramica fine da mensa di alcune abitazioni.
Nel III secolo a.C. si registra un processo di organizzazione dell’abitato, con magazzini per derrate, una regolare distribuzione delle aree abitative (che tengono conto degli assi viari lastricati in pietra calcarea) e degli spazi destinati ad altre funzioni. Un edificio complesso, in contrada Fontanella, è la Casa B, dalla valenza politico-religiosa. La sua importanza è documentata dalla presenza di rivestimenti architettonici fittili, di cui rimane una lastra di cassetta con treccia e kyma dorico.
Sugli strati di abbandono di epoca daunia vi è un’intensa occupazione a scopi culturali e funerari in età bizantina. I ricchi sepolcreti si organizzano attorno ad edifici religiosi a navata unica e restituiscono importanti informazioni sul popolamento rurale attorno alla civitas.
Ricostruire su queste colline la fisionomia dei luoghi della battaglia è impresa ardua, in quanto la documentazione archeologica non consolida con reperti materiali quanto attestato dalle fonti storiche e, in particolare, da Livio, Polibio e Floro.
Come è noto, la battaglia di Canne, combattuta nell’assolata giornata del 216 a.C. costituisce l’episodio più cruento della storia romana risoltasi con la grave disfatta delle legioni romane lungo il corso del basso Ofanto e con la tremenda carneficina attuata dai Cartaginesi sotto il comando del generale Annibale. Contro l’esercito nemico, guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Marrone, Annibale attuò una tattica di avvolgimento, lasciando che lo schieramento centrale dell’esercito romano avanzasse entro le file cartaginesi, per poi costringere gli avversari in una morsa mortale muovendo le ali estreme. La sconfitta di Canne causò la defezione ad Annibale degli alleati italici e l’isolamento politico di Roma sul piano internazionale.
Dati sull’organizzazione dell’insediamento in epoca e sulle trasformazioni successive alla guerra sociale del 90 a.C. provengono dallo scavo recente di un complesso residenziale sulla collina di San Mercurio, prossima alla stazione di Canne.
Ha alzato considerevole l’ampia cisterna quadrangolare con rivestimento in laterizio collegata ad una vasca e ad un ampio sistema idrico. La struttura, scavata da Michele Gervasio nella prima campagna di scavo sulle colline cannensi alla fine degli anni trenta del secolo scorso, venne identificata come sepolcro monumentale di età romana e inserita nei circuiti turistici del territorio cannense come monumento alla memoria del console romano Emilio Paolo, caduto sul campo di battaglia nel 216 a.C.
In realtà soltanto ora, a seguito di recentissime indagini, è possibile una lettura più corretta della funzione dell’impianto, interpretabile come cisterna a servizio di un grande impianto termale.
Dal 2004 la Soprintendenza per i beni Archeologici della Puglia ha avviato campagne regolari di scavo che hanno messo in luce parte dell’impianto termale a servizio di un’importante villa residenziale con fasi cronologiche relative al I-III secolo d.C.
Il complesso costituisce l’unica presenza architettonica, significativa per dati planimetrici e qualità degli arredi, della fase romana, prossima al percorso fluviale.
Sull’asse tepidarium-calidarium, costituente il settore riscaldato dell’impianto termale, si sviluppa un grande ambiente rettangolare interpretabile come frigidarium con pavimentazione in opus sectile esteso per circa 33 metri quadrati, a nord di due basi di colonna poggianti su plinti. L’ambiente risultava porticato e rivestito con grandi lastroni rettangolari di marmo bianco (marmo proconnesio e bigi venati chiari) con moduli pressochè regolari mentre fasce più strette in marmi colorati (cipollino, breccia corallina, greco scritto, breccia di Sciro) caratterizzavano lo spazio orientale.

Link: https://musei.puglia.beniculturali.it/musei/antiquarium-canne-della-battaglia/